Tolerance Pavilion, Piazza Rossa di Mosca
Contest HMMD “Tolerance Pavilion”
Exposition
2014
Il concorso “Tolerance Pavilion”, bandito dalla fondazione HMMD, prevedeva la realizzazione di un padiglione espositivo da erigere nel centro della Piazza Rossa di Mosca per educare alla tolleranza sociale, politica e religiosa.
Da poco nata, DVA decide di partecipare al concorso con un team tutto under 30, presentando il progetto “Space IN [g] Walls”.
Un progetto che, secondo la giuria internazionale chiamata a scegliere tra 120 proposte provenienti da tutto il mondo, nella sua semplicità riesce ad esprimere con una forza disarmante il messaggio della tolleranza, aggiudicandosi così il primo premio.
L’idea vincente alla base della proposta è stata quella di spostare il padiglione dal centro della piazza per collocarlo contro la parete scarlatta del Palazzo del Cremlino, creando così una dicotomia tra la storia passata che il muro simboleggia e la visione di tolleranza rappresentata dal padiglione.
Il concetto di tolleranza si traduce in un muro che nella sua solidità non è più simbolo di divisione. Una parete bianca che genera uno spazio interstiziale, libero da ogni pregiudizio, dove celebrare i valori comuni e collettivi della tolleranza. Un contenitore che si scontra tra storia e contemporaneità, che riflette la ricerca continua di una società perfetta, uno spazio pubblico che incoraggia alla partecipazione.
Come altri muri del passato, anche il muro del Cremlino può essere visto come simbolo di potere e, portando con sé il segno della storia, essere considerato un forte elemento architettonico oltre che concettuale. I diversi piani interni del padiglione si definiscono così dallo spazio generato tra il nuovo Wall e l’esistente, dove è stato aggiunto un volume trasparente che si apre alla piazza, uno spazio da vivere che accoglie diverse funzioni.
Al piano terra, pensando ad un ambiente dinamico, che si apre ai suoi visitatori, si trovano la reception, la galleria e gli spazi ausiliari. Ai piani superiori invece, dove sono stati collocati la sala conferenze e i laboratori, l’ambiente è più chiuso, per rispondere a un maggiore bisogno di privacy. L’ultimo piano infine, che accoglie la caffetteria e l’area per le performance, è uno spazio dinamico, capace di adattarsi alle diverse trasformazioni ed esigenze, un palcoscenico che, più alto del muro preesistente, permette al visitatore di spaziare sulla Piazza sottostante, superando il passato e aprendosi così verso il futuro.
La facciata bianca dell’edificio, nella sua forma minimale, si apre sui punti focali della Piazza Rossa, e queste grandi aperture definiscono le funzioni degli spazi interni. L’architettura della parete è stata progettata per una facile fruibilità da parte del pubblico esterno e tiene conto dell’importanza del passaggio di luce e aria naturale. Una complessità che si traduce in diverse connessioni spaziali capaci di generare condizioni favorevoli e coltivare una cultura della tolleranza.
La proposta progettuale interpreta il significato dello spazio pubblico aperto come un “forum”, uno spazio teatrale a disposizione della comunità che accoglie le diverse funzioni che conferiscono alla Piazza Rossa nuove potenzialità. Dall’apertura a ribalta sul lato lungo del muro si intravedono i movimenti del piano espositivo, mentre attraverso il taglio a scala ridotta sul tetto si possono osservare la performance dalla piazza. Così l’installazione architettonica cerca di rompere il concetto di spazio chiuso.
Per DVA questo progetto è stata un’occasione importante di crescita, la prima per presentarsi su un palcoscenico internazionale e mettere in luce le proprie capacità confrontandosi con tanti altri talenti.